Archivi del mese: giugno 2017

“Sit tibi copia, sit sapientia, formaque detur. Inquinat omnia sola superbia, si comitetur”

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(Ti sia data abbondanza, sapienza e bellezza. Inquina tutto solo la superbia, se commessa)

Questa è una frase incisa all’ingresso del Salone dei Cavalieri nel Krak des Chevaliers, in Siria. Fortezza imponente. Giudicata imprendibile. I Musulmani la conquistarono solo perchè i Cavalieri dell’ordine di S. Giovanni (Ospitalieri) si arresero, stretti in un assedio senza speranza, e solo perchè ebbero salva la vita. I Musulmani non risparmiavano MAI la vita agli Ospitalieri o ai Templari. Questi Ordini monastico-cavallereschi non pagavano riscatti per i loro combattenti presi prigionieri, ed inoltre i Musulmani conoscevano bene gli irriducibili guerrieri che erano. Dunque meglio morti, con l’onore delle armi, certo, che vivi.

Quanto avrei voluto visitare il Krak … ora non potrò più farlo; non in questa situazione di guerra, sangue, morti. E so che i fondamentalisti hanno fatto il possibile per distruggere il Krak, in quanto visto come emblema degli Infedeli.

Quanto avrei voluto leggere di persona questa incisione sulla pietra, che i Cavalieri dovevano vedere ogni volta che entravano nel Salone; a ricordargli l’umiltà, l’abnegazione, il sacrificio. Per me, che sono orgogliosa di natura, questa scritta è un monito e un memento.

La leggenda dice che, stante l’inimicizia tra l’ordine degli Ospitalieri e quello dei Templari, la scritta fosse rivolta in direzione della Fortezza di Chastel Blanc, sotto il controllo dei Templari, ritenuti orgogliosi e superbi.

Chissà … forse un giorno la guerra finirà. E la Fortezza di Krak des Chevaliers tornerà ad essere un’attrazione turistica, che porterà benefici all’economia della gente che vive in quei luoghi. E io potrò, come tanti altri, visitarla e provare la sensazione di stare ad un passo dal cielo.

Progresso

Che si intende per progresso? Attualmente se si chiede a qualcuno cosa è il progresso la risposta è invariabilmente legata a quello tecnologico, al massimo si fa riferimento a quello scientifico. Ogni giorno vengono fatte nuove scoperte scientifiche. Gli strumenti tecnologici a nostra disposizione vengono aggiornati costantemente, migliorati, ampliate le loro funzioni, resi più accattivanti nell’immagine e nelle possibilità di uso. Lavatrici “intelligenti” che mandano sms allo smartphone per annunciare che hanno finito il ciclo di lavaggio; forni, frigoriferi, friggitrici, e ogni sorta di elettrodomestico che sembrano (o sono?) più furbi e intelligenti di noi, più capaci. Le auto che ormai si guidano da sole, e se sbagli marcia (ma ormai sono quasi tutte a cambio automatico), manca poco che ti insultino per la tua pochezza! E noi? Quanto siamo progrediti, davvero, noi? Noi donne e uomini quotidiani, della strada, che usiamo (o siamo usati?) questi apparecchi senza veramente sapere come sono fatti, come funzionano, come si smaltiscono quando dobbiamo buttarli via perchè non funzionano più, che abbiamo fatto per migliorarci, per implementare le nostre capacità, le nostre funzioni?

Ecco, io la penso così: la tecnologia aiuta … eccome, se aiuta, se si pensa alle nostre nonne che lavavano a mano le lenzuola alle fonti pubbliche! La tecnologia, dicevo aiuta … ma a fronte di questo aiuto ci rende tutti un pò  schiavi; diventiamo ogni giorno “di meno” : meno intelligenti, le macchine pensano per noi, meno consapevoli, gli apparecchi ci evitano errori, meno capaci, le attrezzature fanno meglio e più velocemente di noi, meno forti e resistenti, non ne abbiamo più bisogno, siamo incentivati ad essere sempre più pigri e abituati ai comforts.

E allora? Allora dobbiamo capire che oltre a comprare il nuovo modello di smartphone, di auto, di computer, di lavatrice, abbiamo bisogno di implementare anche noi stessi; cercare di aumentare, migliorare, fortificare la nostra anima, la nostra mente, il nostro corpo! Giornalmente! Tutti i giorni che abbiamo da vivere. Imparare a fare una cosa nuova, sfidare i nostri limiti, acquisire nuove conoscenze, fare più movimento, prenderci un momento per riflettere su un argomento, una tendenza; meditare, pregare e prenderci cura della nostra anima.

Questo è progresso. Vero.

Coltivare lo spirito, coltivare un giardino

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“La tua mente non è una gabbia. E’ un giardino. E richiede coltivazione.”

E quant’è vero! E spesso le azioni si sommano. La coltivazione di un giardino può essere meditazione, preghiera. E meditare, pregare, è coltivare il proprio spirito … e si può fare anche in giardino! Ci vuole consapevolezza, naturalmente, nei gesti e anche nell’impostazione che si sceglie di dare al proprio spazio, interiore ed esteriore. Ogni azione, fatta consapevolmente, assume un significato che va oltre l’atto in sè: concimare è nutrire, innaffiare è placare la sete, potare significa eliminare: il secco, quello che ha terminato la sua funzione, il verde, se è superfluo. Diserbare a mano, estirpando le erbe infestanti, significa selezionare … forse pensieri, forse persone. Apporre un tutore assume il significato di sostenere, supportare. Seminare è un atto di speranza, nel futuro, in sè stessi. Raccogliere, infine. Si raccoglie ciò che si è seminato e curato. Ma, a volte, la vita ci offre frutti inattesi, donati spontaneamente, ed esserne grati è l’unica cosa da fare.