Archivi del mese: ottobre 2017

A Hobbit Garden

hobbit garden

Giardini, che passione! Giardini a tema, che sballo! Un giardino da Hobbit, ad esempio: disordinato, lussureggiante, colorato e naive: che c’è di più allettante? Naturalmente non deve essere simmetrico e preciso, ma deve esserci un’allegra incuria, molto naturale, che mescola fiori, erbe aromatiche, frutti, ortaggi. Il tutto meglio se in pendenza, su una scarpatina trattenuta da border rolls o da graticciate. Cancelletti e steccionatine in legno, meglio se invecchiato, che mostri i segni del tempo. Sentieri e camminamenti realizzati con sassi o pietre rimediate, corteccia di pino, in alternativa, o pezzi di traversine della ferrovia. Vasi di terracotta, ma anche cemento, purchè vecchio o invecchiato artificialmente (si trovano facilmente ricette nel web).

La lista delle piante da mettere a dimora dipende anche dai gusti personali, ma andrebbero evitate le specie con fiori troppo esotici o sofisticati. Una lista parziale comprende, tra i fiori, Calendule, Nasturzi, Margherite, Bocche di Leone, Campanule, Viole e Violette, Pratoline, Primule, Iris, Campanelle rampicanti (Ipomea ssp.), Girasoli, Astri, Zinnie, Dalie, Tulipani botanici, Narcisi, Crochi; fra gli arbusti sono indicati Lillà, Rose (antiche e botaniche), Lavande, Rosmarino, Alloro, Melograno, Nocciolo, piccoli frutti (Lampone, Rovo senza spine, Uva spina, Ribes). Naturalmente ci devono essere le aromatiche: Salvie (anche da fiore), Basilici, Origano, Maggiorana, Erba cipollina, Nepitella, Timo, Agastache. Tra gli ortaggi si può scegliere  Bietole a costa colorata, Agli (anche ornamentali), Cipolle, Topinambur, insalate, Zucche e Zucchine, Mais (anche ornamentale), Pomodori, Fagioli e Piselli, Cavoli. Gli alberi non possono mancare: Meli e Peri, Peschi, Albicocchi, Fichi, Susini e Mirabolani, Sambuco, Ciliegi, Mandorli.

Permacoltura fiabesca!

Autunno, stagione interiore

fall

Autunno … per me, la più bella stagione! Le giornate ancora calde e le notti fresche. I colori. I profumi. C’è un che di magico nell’autunno, e non è solo la festa di Halloween, Ognissanti, con i suoi significati arcani perduti nel tempo.

Si sente la necessità di raccogliersi, ma anche di essere più attivi, di prepararsi all’inverno. C’è un che di dolce malinconia, il buio che arriva prima, quei tramonti morbidi, rosso arancio viola, il fumo che si leva dai camini.

La mattina i raggi del sole sono obliqui, e fanno scintillare la rugiada nei campi e brillare come gioielli le ragnatele che decorano rami, erbe e i pali di castagno del recinto del cavallo; lui mi saluta e il suo respiro caldo si condensa già in una nuvoletta che odora di fieno. I campi cominciano a fumare creando brume e foschie che come veli rendono morbidi i contorni delle montagne.

In autunno mi piace andare in giro per campi e boschi; mi piace sempre, ma in autunno di più, ne sento quasi il bisogno fisico. Niente di che, a volte solo mezz’ora, a zonzo, senza meta nel bosco, cogliendo un fungo qua e uno là, una ghianda, un rametto con belle foglie colorate, assaggiando una bacca di Ginepro, una di Prugnolo, o magari un frutto già maturo di Corbezzolo. Al ritorno raccolgo qualche ramo secco e caduto di quercia o pino, ne faccio una bracciata e sarà la legna del fuoco che accenderò la sera. E quando scende la notte e porto fuori il mio cagnolone, mi soffermo a sentire il profumo delle foglie cadute, e l’aroma del fumo di legna.

Autunno …

“I am no man” (IO NON SONO UN UOMO)

The Lord of the Rings: The Return of the King.

Io non sono un uomo. Anche se faccio cose che da molti vengono ancora considerate da “uomo”, non sono un uomo. Le faccio da “femmina”.  Con espedienti, a volte. Escamotage. Come quella volta che dovevo mettere la capezza per la prima volta ad un puledro molto ombroso e introverso. “Te venimo ad aiutà … lo stringemo su un angolo e gliela mettemo” … il consiglio di conoscenti “cavallari”. Eh no … il cavallo è mio, e ci penso io, da donna. Si toglie l’acqua in box, e per una settimana dò l’acqua al puledro in un secchio, tre, quattro volte al giorno. E dentro al secchio ci metto una capezza, così il puledro se vuole bere deve mettere il muso dentro il secchio … e dentro alla capezza. Poi, un pò per volta: lui beve, io gli infilo la capezza, lui si ritrae, si riavvicina, io aspetto, paziento. Una settimana, niente traumi, niente feriti. Lui porta la capezza come se ci fosse nato … e io sono SOLO UNA DONNA. CHE FA LE COSE COME UNA DONNA. E, se del caso, ammazza un Nazgul … perchè sono una donna, non un uomo. Sono diversa. Non migliore, non superiore. Complementare. Faccio cose che gli uomini non possono fare. E ne faccio alcune in modo diverso. E’ ora che questo venga accettato. E andiamo avanti.