Archivi del mese: giugno 2018

Solstizio d’estate

L'immagine può contenere: pianta e spazio all'aperto

Estate, proprio proprio, non sembra; nuvole, piovaschi e temporali, temperature tendenti al ribasso.

Ma il Sole e la natura fanno lo stesso il loro corso.

Ma se estate non è dal punto di vista meteorologico, può sempre diventarlo dentro di noi: possiamo viverla interiormente, questa estate riottosa a manifestarsi secondo i canoni consueti.

Intanto, per rendere onore alla tradizione, sia pagana che religiosa, si può preparare l’Acqua di S. Giovanni e l’Olio di Iperico. I giorni migliori vanno da oggi (Solstizio astronomico) al 24 Giugno (S. Giovanni Battista). Poi il Nocino, liquore a base di noci non mature. Le ricette si possono trovare in Internet a iosa, ma io fornisco le mie, imparate da anziane donne di campagna e a loro tramandate dalle antenate.

ACQUA di S. GIOVANNI

raccogliere alcuni esemplari delle seguenti piante (preferibilmente fiori): Iperico, Rosmarino, Salvia, Timo, Erba di S. Pietro, Lavanda, Ambretta, Camomilla, Occhio di Bue, Melissa, Malva, Mentuccia, Menta, Artemisia, Ruta, Rosa, Ginestra, Caprifoglio. Si possono aggiungere anche altri fiori da giardino.

Mettere tutto in un bacile o una ciotola ed esporre fuori durante la notte.

Al mattino usare l’acqua per lavarsi il viso, le mani, il corpo; poi aspergere con l’acqua l’interno e l’esterno di casa, il giardino, l’orto, il pollaio, la stalla, usando un rametto di Iperico. Con l’acqua che avanza innaffiare le piante ed aspergere gli animali domestici.

OLIO di IPERICO

In un barattolo di vetro (con coperchio) mettere tante sommità fiorite di Iperico quante ne può contenere finchè sia pieno ma evitando di comprimere le erbe; aggiungere olio extravergine di oliva a colmare. Agitare affinchè fuoriesca l’aria e chiudere con il coperchio. Esporre al sole su un davanzale di finestra, o comunque un posto riparato,  per 30 giorni. Al termine filtrare, spremere bene le erbe, colare l’olio in bottigliette di vetro scuro con tappo contagocce e conservare in luogo fresco e scuro.

NOCINO

Ingredienti: 24 noci verdi, 1 lt. alcool a 95°, 6 chiodi di garofano, 1 stecca di cannella, la buccia di 3 limoni bio, 1/2 lt. acqua, 500 gr. zucchero.

Indossando dei guanti per non macchiarsi le mani, lavare e asciugare le noci, poi tagliarle in 4 parti e metterle in un vaso dall’apertura ampia. Aggiungere la cannella, i chiodi di garofano e le bucce di limone. Riempire il vaso con l’alcool e mettere tutto a macerare per 45 giorni, alla luce del sole, su un davanzale, agitando di tanto in tanto. Al termine del periodo si prepara lo sciroppo: si fa sciogliere lo zucchero in acqua a calore basso, poi si filtra il macerato e si aggiunge lo sciroppo intiepidito, si mescola delicatamente il tutto e si imbottiglia. Si conserva in un luogo fresco e scuro ed è pronto per essere consumato, secondo la tradizione, per Natale.

(nella foto: Papilio machaon su Lavanda nel mio giardino)

Lavorare Zen in giardino

” Il giardiniere zen non vuole imporre la sua intenzione alle forme naturali, ma si preoccupa piuttosto di seguire la “intenzione priva di intenzione” delle forme stesse, anche se questo implica la massima cura e abilità. Di fatto, il giardiniere non cessa mai di potare, tosare, ripulire dalle erbacce, e regolare la crescita delle sue piante; ma compie queste azioni nello spirito di far parte del giardino stesso piuttosto che esserne un agente esterno. Non ostacola la natura perché egli stesso è natura, e coltiva come non stesse coltivando. Così, il giardino è a un tempo estremamente artificiale e straordinariamente naturale.” (Alan Watts- Zeninthecity.org)

Ecco, così mi piacerebbe essere, e lavorare, in giardino/orto/campagna.

Essere sempre tutt’uno con la terra, sentirla scorrere fra le dita, umida o arida, grossolana o fine, apprezzarne  la consistenza, sentirne l’odore, interpretare il colore e le necessità; più humus o più elementi minerali, una punta di di sabbia per aumentarne il drenaggio.

Interagire con le piante come un elemento che fa parte dell’ambiente e non come un’aliena, una occupante abusiva; toccarle e sentire il bisogno di acqua o nutrimento; prevenire e curare patologie.

Lavorare come il vento che foggia le chiome, la pioggia che idrata, la neve che copre,  e anche, a volte, la grandine che spoglia ed elimina e il gelo che uccide.

Come i bombi, le api, le farfalle, le coccinelle; come gli afidi, le larve minatrici, le cocciniglie.

Accogliere la fatica, il sudore, lo sporcarsi di terra e di erba, viverlo come parte di sè.

Essere.

“Eccomi, sono qui,
in pieno contatto col mio corpo.
Lascio una parte di me stessa
in questo ambiente che mi accoglie. Mi rilasso e lascio andare.
Non c’è niente da trattenere.”

(Monaci buddisti al lavoro in giardino in Thailandia)los-monjes-novicios-budistas-trabajando-en-el-jardin-del-museo-phi-ta-khon-en-el-norte-de-la-provincia-de-loei-en-tailandia-eekj5y

Alberi

17903694_1522832637749800_8333562548786226441_n

Gli alberi in giardino sono importanti; ma dappertutto sono importanti, d’altronde. Un albero adulto, che ha un fusto di 40 cm. di diametro,  è in grado di produrre 1.000 kg. di ossigeno e fissare 1.200 kg. di anidride carbonica. Questo naturalmente diventa fondamentale nel migliorare le condizioni di vita soprattutto nelle città, dove, oltre a quanto detto più sopra, gli alberi svolgono altre importanti funzioni: catturano parte dei particolati, mitigano le temperature sia d’inverno che d’estate, attutiscono l’inquinamento acustico e poi …. poi sono belli!

Nel mio giardino naturalmente ho piantato alberi; non molti, dato che stando in campagna, ce ne erano già di spontanei,  ma ho voluto arricchire la naturale dotazione arborea con due Cercis siliquastrum (Alberi di Giuda), appartenenti sempre alla flora regionale e molto decorativi. Oltre la bella fioritura primaverile e il fogliame estivo che fornisce una gradita ombra, in autunno le foglie diventano di un bel giallo luminoso. Ho anche messo a dimora alberi da frutto; un Pesco “S. Anna Balducci”, varietà antica a polpa bianca e resistente alla bolla, un Biricoccolo, incrocio naturale tra Susino e Albicocco, un Albicocco, un Ciliegio, 3 Meli di varietà antiche, 2 Kaki. Nel tempo alcuni sono giunti alla loro fine biologica, accelerata dalla presenza dell’Armillaria mellea, un fungo che attacca l’apparato radicale delle piante portandole a morte. Naturalmente sto già pensando a quali saranno i possibili sostituti; certamente uno o due Ciliegi, un paio di Peschi, e di sicuro un’altro Albicocco. Se posso andrò a sceglierli al Vivaio “Archeologia arborea” dove recuperano, propagano e coltivano antiche varietà di fruttiferi del Centro Italia …. voglio un pezzo di storia in giardino!