Archivi del mese: agosto 2017

pulizie

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Così come si fanno le pulizie di primavera, sarebbe bene farle anche ad inizio autunno. Perchè poi settembre è un nuovo inizio: alla fine dell’estate, dopo ferie, caldo, vacanze, e “pigrizia da calura”, si riprende l’attività, sia lavorativa che domestica. Le temperature si fanno più accettabili e abbiamo meno scuse per non fare niente. Ci sono tante cose da fare, lasciate in sospeso, ignorate, nella torrida estate che ancora stiamo vivendo; ma ora arriverà una perturbazione, ci dice il servizio meteo, che abbasserà vistosamente le temperature e bagnerà abbondantemente la terra riarsa … speriamo senza fare troppi danni, che non ne abbiamo bisogno.

Sarà quindi tempo di programmare le piantagioni nell’orto e nel giardino, fare piazza pulita delle piante che non hanno resistito alla siccità o ai parassiti, riordinare vasi e contenitori, preparare il terreno ad accogliere le nuove piante; se il terreno è in “tempera”, e dovrebbe esserlo, trascorsi 3-4 giorni da una bella piovuta, si farà meno fatica a lavorarlo. Con il terreno molto bagnato invece è opportuno estirpare infestanti, perchè si estraggono facilmente dalla terra. Adesso è un momento ottimo per mettere a dimora alberi e arbusti, e i vecchi contadini dicevano che a piantare a settembre si guadagnava un anno. “Pianta gli alberi per S. Michele e guardali crescere” dicono gli Inglesi, che di giardini se ne intendono.

In casa si può imbiancare, se vogliamo davvero darci da fare; dare l’impregnante o la vernice agli infissi; lavare i vetri resi opachi dalla sabbia africana; pulire le stanze da cima a fondo, letteralmente. Si comincia dal soffitto, poi lampadari, pareti, tende, mobili, librerie (e libri), si spolvera, si aspira o si spazza, e infine si lavano i pavimenti. Se siamo bravi, cogliamo anche l’occasione per liberarci di oggetti inutili, superflui o rotti e facciamo ordine. E si respira aria di pulito. Di un nuovo inizio.

“E so’ problemi”

e so' problemi

Oddio … problemi, mo’ proprio problemi no. Intralci, impicci, ostacoli, noie, seccature. Risolvibili, con tanta o poca fatica, ma risolvibili. Ma quando te ne piovono addosso più di una al giorno, quando una giornata media ti sembra una corsa ad ostacoli, una 3.000 siepi anche un pò in salita, se vogliamo, allora ti si insinua l’idea di essere vittima quantomeno di una maledizione congiunta anche ad un quadro astrale negativo!

Invece no; è vita, cose normali, e se ti guardi intorno trovi di sicuro chi sta peggio di te, e che i problemi li ha davvero. Io che sono umbra, penso ad esempio ai miei conterranei di Norcia, che hanno perso la casa per il sisma del 2016, e che ora stanno in “casette” di fortuna, con i pochi averi salvati, che non sanno se e quando potranno tornare nelle loro case. Oppure, in questi giorni, a chi vive e abita a Ischia. O ai tanti che la crisi economica ha colpito, e che sono senza lavoro, e si arrabattono per portare a casa qualcosa e continuare ad andare avanti. Per non parlare di chi ha perso familiari, o la salute.

E però, Einstein centra: tutto è relativo, anche i problemi.

Basta cambiare prospettiva, visuale; qualche bell’esercizio di respirazione; il pensiero che adesso è adesso, ma se mi rimbocco le maniche, senza lamentarmi, domani sono già un passo avanti; e panta rei.

Erbacce

imagesAmaranto (Amaranthus retroflexus)

Porcellana, Amaranto, Occhi della Madonna, Lingua di Cane, Gramigna, Pisciacane … questi i nomi popolari di alcune delle più comuni infestanti dei terreni; la gente in genere le chiama “erbacce”. In gergo tecnico invece sono “infestanti”, cioè piante che crescono dove noi non le vogliamo. Ralph Waldo Emerson diceva: “un’erbaccia è una pianta di cui non sono ancora state scoperte le virtù”. In realtà sono davvero molte le infestanti, le erbacce, di cui sono note le proprietà mangerecce o medicinali da secoli; piante che hanno costituito buona parte dei pasti dei poveri, che potevano mangiare, spesso, solo quello che cresceva selvatico, ancora fino agli anni ’50. Cadute nel dimenticatoio, ora vengono riscoperte, anche da Chef e Cuochi famosi, ma soprattutto da tante persone, attirate anche dalla possibilità di mangiare qualcosa che costa solo lo sforzo di raccoglierla … siamo in tempi di crisi, e tutto fa brodo … o zuppa … o insalata!

La Porcellana (Portulaca oleracea) si presta bene ad essere utilizzata in insalata, ed è ricca di Omega 3, di sali minerali, potassio e vitamine;

l’Amaranto (Amaranthus retroflexus), si mangia leggermente lessato, come gli spinaci, e ripassato in padella con olio e aglio, e magari un pizzico di peperoncino; è ricco di vitamine A e C, di magnesio e ferro.

Pisciacane, o Tarassaco (Taraxacum officinalis), si può mangiare sia crudo in insalata che cotto; contiene vitamine, sali minerali, steroli e principi amari, che ne fanno, insieme alla Cicoria, un ottimo depurativo, diuretico, epato-protettore.

La Gramigna, odiosa e terribile infestante, conserva proprio nei suoi nefasti stoloni i migliori principi attivi: vitamine A e B, potassio e ferro; è diuretica, depurativa e aiuta ad eliminare i calcoli renali.

E queste sono solo alcune delle tante erbacce che possono essere mangiate o usate per curarsi!

Ma, attenzione: mai abusarne, mangiandone in modo continuativo o eccessivo; queste piante hanno anche controindicazioni. La Porcellana, ad esempio, contiene ossalati, che possono indurre la formazione di calcoli! D’altronde la Natura ci ha fornito di tanta scelta e quindi le piante possono essere variate senza che si causino problemi di accumulo.

La prossima volta che vedete un’erbaccia …. guardatela come se fosse un piccolo tesoro!

L’estate sottovetro

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L’estate ha molti colori e molti sapori. A casa mia l’estate prende il colore e il sapore delle more e delle bacche di sambuco. Nonostante la stagione siccitosa, i rami dei rovi e del sambuco si piegano come ogni anno sotto il peso dei frutti, magari un pò più piccoli e meno succosi, ma sempre profumati e ricchi di tante virtù. Sì, perchè sia le more sia le bacche di sambuco sono ricche di antociani, responsabili del colore viola/blu e anti-ossidanti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi. Apportano numerosi benefici: proteggono dalla fragilità capillare e hanno proprietà anti-tumorali, tanto per citarne due.

Come ogni anno raccolgo le more collezionando la solita serie di graffi e tagli, e completo l’opera tingendomi le mani di un bel blu/viola; poi raccolgo le bacche di sambuco, mi sporco un pò di meno, perchè taglio il rametto principale, ma in compenso devo mettere i guanti nelle successive manipolazioni, altrimenti le mani mi rimangono blu per una settimana!

Con le more, che per la botanica sono infruttescenze chiamate “sorosi” (al singolare sorosio), ovviamente faccio la confettura, passata per eliminare il più possibile i semi che possono dare fastidio, e anche una grappa alle more: un delirio dei sensi!

Anche con le bacche di sambuco faccio la confettura, ma le mischio sempre con un pò di more, dato che non a tutti piace il sapore di queste bacche; inoltre la confettura ha proprietà lassative e l’unione con le more rende più blando questo effetto.

Quando le preparo la casa si riempie di un profumo meraviglioso e mi compensa ampiamente della fatica fatta … per non parlare di quando poi si spalmano su croccanti toast imburrati!

Cose che mi devo ripetere quasi ogni giorno

Risultati immagini per sedendo quietamente

La vita quotidiana ci insegue, ci risucchia, ci spinge e ci strattona; poi capita che ci lascia buttati a terra come stracci sporchi. Alla fine sono davvero pochi quei momenti in cui siamo consapevoli del fatto che ci sentiamo bene, senza dolori o acciacchi, con la giusta energia; o che siamo, in quel preciso momento, felici. O ancora, che stiamo facendo qualcosa che ci piace e ce la stiamo godendo un mondo.

Vale la pena ricordarsi ogni tanto che stiamo vivendo; in questo preciso attimo stiamo vivendo, respiriamo, il cuore batte, gli occhi leggono le parole, la mente le processa, e nel frattempo il sangue scorre, le fibre muscolari si contraggono o si rilasciano, i neuroni si attivano e formano ponti sinaptici, i villi intestinali estraggono i nutrienti, i reni filtrano.

Io devo stare attenta a non farmi fagocitare dalla quotidianità; a non passare da un’incombenza ad un’altra in automatico; a non arrivare svuotata di forze a sera; a non farmi mettere pressione da persone ed eventi.

Così, quasi ogni giorno ricordo a me stessa alcuni semplici concetti.

1. sedendo quietamente; è ormai quasi un mantra, soprattutto nei periodi più complessi. Deriva dal detto Zen “sedendo quietamente, senza far nulla, arriva la primavera e l’erba cresce da sè”. Mi aiuta a distaccarmi dall’ansia, dalle pressioni, a prendere tempo.

2. “tutt’ o munn è paese” ; ovunque si possono trovare brave persone, buone, oneste e cordiali; così come dappertutto si trovano delinquenti, criminali, cattivi.

3. less is more; viviamo in una società che ci spinge ad accumulare, a comprare, a consumare. A lavorare di più per guadagnare di più per comprare cose che in realtà sono superflue, di cui non abbiamo reale necessità. E’ un impulso molto forte e nessuno ne è immune.  Tutto ciò non aumenta però nè la qualità della vita nè la felicità personale.

4. ho tutto il tempo che mi serve; oggigiorno il tempo sembra non bastare mai. Spesso però lo impieghiamo male, impegnati in cose che potremmo anche evitare. Organizzarsi, dare priorità alle cose da fare e non perdere tempo in altre inutili, fa sì che sia sufficiente a fare ciò che è veramente importante.

5. solo 15 minuti; sempre a proposito di tempo e soprattutto di incombenze (domestiche, in genere) che ci sembrano come montagne insormontabili. Einstein fortunatamente ci viene incontro: il tempo è relativo. Un lavoro che pensiamo ci terrà impegnati per ore si può svolgere in frazioni di 15 minuti per volta. L’uso del timer aiuta a mantenere il focus … e a volte 15 minuti sono tutto quello che serve.

6. namaste; il saluto indiano ormai conosciuto in tutto il mondo. Letteralmente significa “mi inchino a te”. Ogni volta che sono di fronte ad una manifestazione della natura per la quale sono grata, e felice di essere viva.