Io non sono un uomo. Anche se faccio cose che da molti vengono ancora considerate da “uomo”, non sono un uomo. Le faccio da “femmina”. Con espedienti, a volte. Escamotage. Come quella volta che dovevo mettere la capezza per la prima volta ad un puledro molto ombroso e introverso. “Te venimo ad aiutà … lo stringemo su un angolo e gliela mettemo” … il consiglio di conoscenti “cavallari”. Eh no … il cavallo è mio, e ci penso io, da donna. Si toglie l’acqua in box, e per una settimana dò l’acqua al puledro in un secchio, tre, quattro volte al giorno. E dentro al secchio ci metto una capezza, così il puledro se vuole bere deve mettere il muso dentro il secchio … e dentro alla capezza. Poi, un pò per volta: lui beve, io gli infilo la capezza, lui si ritrae, si riavvicina, io aspetto, paziento. Una settimana, niente traumi, niente feriti. Lui porta la capezza come se ci fosse nato … e io sono SOLO UNA DONNA. CHE FA LE COSE COME UNA DONNA. E, se del caso, ammazza un Nazgul … perchè sono una donna, non un uomo. Sono diversa. Non migliore, non superiore. Complementare. Faccio cose che gli uomini non possono fare. E ne faccio alcune in modo diverso. E’ ora che questo venga accettato. E andiamo avanti.
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